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Marco Candida è nato a Tortona nel 1978 e dall’età di 12 anni scrive in maniera prolifica, quasi compulsiva.

Nel 2008, dopo l’incontro con la scrittrice e traduttrice Elizabeth Harris, decide di fare degli Stati Uniti la sua seconda casa.

Nel frattempo, continua a pubblicare romanzi con piccoli editori italiani, ma qualcosa di inatteso è dietro l’angolo. Alla fine dello scorso anno, infatti, Marco Candida sale alla ribalta internazionale quando un suo racconto viene inserito nell’antologia “Best European Fiction 2011”, rappresentando con la sua sola voce il nostro Paese, a fianco di autori stranieri di primissimo piano.

Casualità? Fortuna? Bravura?

Forse un mix opportunamente combinato di tutti questi tre elementi.

La morale, comunque, è che Marco Candida si appresta ad essere forse un caso letterario tutto da scoprire.

Buona lettura!

Allora, Marco, cosa ti viene in mente se ti dico…

1 – CONNIE

Adesso che l’ho scritto, Connie mi fa venire in mente il nome della protagonista del mio ultimo romanzo (“Il bisogno dei segreti”, Ed. Las Vegas, 2011). E’ una giovane donna di ventinove anni che si ammala di una malattia incurabile e da persona in gamba, solerte, impegnata (Connie lavora in uno studio legale in Via XX settembre a Genova), molla il posto di lavoro e si trasforma in una persona perfida, manipolatrice, sviluppando la capacità di far esplodere ipocrisie, denudare trame grottesche e mettere uno contro l’altro amici e falsi amici. In effetti però Connie mi fa venire in mente anche il nome di uno dei personaggi del romanzo “Freedom” di Johnathan Franzen e poi il nome della moglie di Mickey Rourke, nel film cult degli Anni 80 “L’anno del dragone”.

2 – SEGRETO

Pur avendo scritto un romanzo che si intitola “Il bisogno dei segreti” che parla di violazione della privacy e ruota attorno ai segreti per tutte le sue duecentocinquanta pagine, “segreto” è parola che non mi suggerisce molto. Con questo voglio dire di non avere segreti? No. Forse invece che i miei segreti sono così nascosti che persino io riesco ad ammetterli a fatica. A scovarli. A ricordarmi di loro. Se ci penso bene, ne ho. Però, contemporaneamente, mi viene anche il dubbio che possano davvero considerarsi segreti. Il segreto in fondo è un peccato. Mettiamo che facessi della beneficenza senza dirlo a nessuno (cosa che purtroppo non faccio). Sarebbe proprio giusto non dirlo a nessuno? Perché tenerlo nascosto? Segreto? Ho paura di fare la figura di quelli che, dicendo di fare beneficenza, ne vogliono trarre vantaggi? E perché mai questo dovrebbe interessare a qualcuno? Quello che faccio o non faccio? Dico questo per dimostrare che quando diciamo “segreto” intendiamo novantanove su cento “peccato”. Qualcosa di cui provare vergogna, senso di colpa. Qualcosa di sbagliato. Se “fare beneficenza” è considerato un peccato, allora questo deve forse portare a riflettere in che società viviamo. Perché è piuttosto paradossale.

3 – WRITERS CONFERENCE

Ho partecipato a una Writers Conference presso University of North Dakota negli Stati Uniti nel 2009. Si tratta di un evento prestigioso che si tiene nella città di Grand Forks. La Writers Conference di UND si svolge dagli Anni 70 e ha visto la partecipazione di autori come Allen Ginsberg, Raymond Carver, Lawarence Ferlinghetti, Richard Ford, Norman Mailer, Jay McInerney, Alain Robbe-Grillet, Salman Rushdie, Oliver Sacks e altri nomi molto importanti, leggendari. Nel 2009 c’erano con me tra gli altri Karen Russell, Charles Baxter e Chuck Closterman. Sia Chuck Closterman che Karen Russell hanno, tra gli altri, ricevuto elogi da Stephen King.

4 – GRUB STREET JOURNAL

E’ un giornale studentesco di Towson University a Baltimore, nel Maryland. Ci sono andato con la professoressa Elizabeth Harris per una maratona d’incontri riguardanti un mio romanzo (“Il diario dei sogni”). Ricordo sempre con piacere i professori Leslie Morgan, Clarinda Harris, Michael Downs e John McLuas e poi Margherita Pampinnella-Cropper di Belluno, con cui sono rimasto in contatto e spesso ci sentiamo su Skype. Ricordo anche con piacere gli studenti universitari, alcuni dei quali miei amici su Facebook.  Su Grub Street Journal è uscito un estratto del mio romanzo Il diario dei sogni, tradotto da Elizabeth Harris. E’ stata una soddisfazione. Tra l’altro il giornale viene stampato in otto mila copie.

5 – ELIZABETH

Mi fa venire in mente naturalmente Elizabeth Harris, professoressa presso UND e traduttrice. Ha tradotto un romanzo di Mario Rigoni-Stern e una raccolta di racconti di Giulio Mozzi e il mio romanzo “Il diario dei sogni”. Libri per i quali sta curando la pubblicazione anche negli States.

6 – HEMON

Aleksander Hemon è lo scrittore bosniaco (in Italia pubblicato da Einaudi) che ha curato l’antologia “Best European Fiction 2011” per Dalkey Archive Press, pubblicazione che include l’estratto del mio romanzo “Il diario dei sogni”, edito in Italia da Las Vegas Edizioni. Sarò sempre grato a questo autore, che peraltro non ho mai avuto la fortuna di conoscere di persona. Il Best European Fiction mi ha dato un po’ di notorietà anche in Italia, facendomi guadagnare l’attenzione della stampa, in particolare un articolo a tutta pagina a firma di Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera. Nell’antologia ci sono racconti di Hilary Mantel, Ingo Shulze, Vila-Matas e altri quaranta autori di altrettanti paesi europei. L’antologia è finita sul New York Times, Los Angeles Times eccetera. Piace. Sta vendendo.

7 – UNA CITTA’

Anche se ora che sono stato negli Stati Uniti ho un debole per città come Minneapolis-St. Paul (anche proprio per l’atmosfera generale che si respira, come se i laghi che la riempiono sboffassero un qualche vapore in grado di pacificare anche l’animo più irrequieto – come il mio) oppure non posso non pensare che Parigi sia semplicemente magia sulla Terra o che Genova pur con i suoi carrugi sporchi, l’olezzo di pesce che si respira praticamente ovunque, la prostituzione e lo spaccio a Sampierdarena crei un amalgama di tanti sapori che ti entra dentro e non ti abbandona, dico comunque New York City. A New York c’è tutto quello per cui ho sempre vissuto. Dagli incontri letterari alle danzatrici del ventre. Credo proprio che col suo tintinnabolìo perpetuo New York sarebbe il posto ideale per me. Poi ho tanti buoni amici là o nei dintorni.

8 – UN AGGETTIVO

Utile.

9 – PROGETTI

Un romanzo e una raccolta di racconti in uscita e ho appena ricevuto una proposta di pubblicazione per un altro romanzo.

10 – MOTTO

“Non ho ancora fatto vedere niente di quello che posso fare”.


Bibliografia sintetica

Marco Candida ha esordito nel 2007 con un romanzo per Sironi Editore (“La mania per l’alfabeto“), successivamente ha pubblicato altri tre romanzi e curato un’antologia di racconti; è incluso nel Dizionario affettivo della lingua italiana edita da Fandango a cura di Matteo B. Bianchi e Giorgio Vasta. Attualmente scrive per Fernandel e per Delcinema.it (Baldini&Castoldi). Ha, infine, pubblicato racconti per l’antologia “Pronti per Einaudi” e per antologie edite da Perrone, Cadmo, Il poligrafo e molte altre.

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